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18 dicembre 2011 – Giornata internazionale del migrante

“Riconoscere il contributo dei migranti allo sviluppo e al benessere di molti paesi del mondo. Porre fine a tutte le forme di abuso e violenza contro gli immigrati e le loro famiglie e promuovere il rispetto dei loro diritti umani fondamentali”.

Roma, 16 dicembre 2011 – “Riconoscere il contributo dei migranti allo sviluppo e al benessere di molti paesi del mondo. Porre fine a tutte le forme di abuso e violenza contro gli immigrati e le loro famiglie e promuovere il rispetto dei loro diritti umani fondamentali. Sono gli obiettivi della Giornata internazionale dei migranti istituita dalle Nazioni Unite nel 2000 per il 18 dicembre di ogni anno”, dichiara Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi, coordinamento di cui fanno parte 43 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale. “Oggi chiediamo a tutti gli italiani di dedicare attenzione a loro, chiediamo di riflettere per un momento sul difficile, lungo, a volte tortuoso viaggio del migrante alla ricerca di un luogo dove poter vivere in modo dignitoso; di riflettere sul tragico destino delle vittime dei viaggi della speranza. Persone che hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il mare, o un confine che li separa dal tanto bramato ‘primo’ mondo, quello industrializzato; o vittime morali di società che non sono pronte ad accettarli”. Mai più in Italia il ripetersi di storie e fatti come a Bologna – Adama, rinchiusa dal 26 agosto fino a pochi giorni fa, quando ha chiamato i carabinieri dopo essere stata derubata, picchiata, stuprata e ferita alla gola con un coltello dal suo ex-compagno, solo perché non aveva i documenti in regola. O come a Torino con lo stupro inventato, o il brutale assasinio di due senegalesi a Firenze.

“Al ministro Riccardi e al governo italiano – continua Barbera – chiediamo con forza il coraggio di attuare concretamente una politica di cooperazione basata sulle relazioni tra le persone e tra i popoli; sull’integrazione e la reciproca convivenza nel rispetto dei beni e dei diritti, a partire dal terriotorio locale. La cooperazione è la politica ‘più economica e più efficace’ per costruire la sicurezza, una politica fatta di ponti e non di muri, di rispetto e non di rigetto, per contrastare efficacemente tutti i fenomeni di brutale violenza e razzismo a cui siamo costretti ad assistere.

“Il contributo apportato alla società e all’economia dai migranti è evidente – conclude Barbera -. In Gran Bretagna, gli immigrati provenienti dall’Europa dell’Est hanno pagato un ammontare di tasse del 37% superiore ai benefici e ai servizi pubblici ricevuti. Non solo, molti di questi migranti svolgono ruoli essenziali nel servizio della Sanità Pubblica come personale medico, paramedico o come addetti alle pulizie. Negli Stati Uniti la partecipazione degli immigrati all’economia del paese porta ai cittadini americani un guadagno globale di 37 milioni di dollari l’anno. Su dieci lavoratori autonomi, più di uno è immigrato. Una diversa politica di cooperazione ed integrazione, deve aiutare a riconoscere il ruolo delle migrazioni come parte integrante dell’economia mondiale e i migranti come componenti essenziali per la piena ripresa dalla crisi economica contemporanea. Buon lavoro ministro Riccardi”.

Per informazioni: Ufficio Stampa Solidarietà e Cooperazione Cipsi, tel. 06.5414894, mail: ufficiostampa@cipsi.it, web: www.cipsi.it.

Coordinamento

Solidarietà e Cooperazione CIPSI è un coordinamento nazionale, nato nel 1985, che associa organizzazioni non governative di sviluppo (ONGs) ed associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale. Solidarietà e Cooperazione CIPSI è nato con la finalità di coordinare e promuovere, in totale indipendenza da qualsiasi schieramento politico e confessionale, Campagne nazionali di sensibilizzazione, iniziative di solidarietà e progetti basati su un approccio di partenariato. opera come strumento di coordinamento politico culturale e progettuale, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della solidarietà.