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Corno d’Africa – Il CCM a supporto delle persone colpite dalla siccità

 

Anche l’Etiopia a rischio siccità: circa 30.000 persone con carenza d’acqua nella sola provincia di Filtu. L’ong CCM continua a lavorare per l’assistenza sanitaria in ospedale e sul campo con cliniche mobili.

Torino, 27 agosto 2011 – Anche l’Etiopia a rischio siccità: circa 30.000 persone con carenza d’acqua nella sola provincia di Filtu. L’ong CCM continua a lavorare per l’assistenza sanitaria in ospedale e sul campo con cliniche mobili. Prosegue il monitoraggio e l’assistenza sanitaria del CCM alla popolazione colpita dalla siccità nella Regione Somala dell’Etiopia. Nella sola provincia di Filtu circa 30.000 persone non hanno acqua sufficiente, e questo numero potrebbe aumentare se nelle prossime settimane non pioverà.

In questo contesto, l’ospedale di Filtu sostenuto dal CCM è l’unico centro sanitario con un chirurgo che possa gestire un’emergenza, anche per la confinante provincia di Dollo Ado, dove il numero dei profughi somali è arrivato a circa 120.000. Ciò significa che quello di Filtu è l’unico ospedale di riferimento per casi come un parto cesareo, una frattura o un addome acuto, sia per la popolazione etiope della zona che per i rifugiati somali nei 5 campi allestiti nel sud dell’Etiopia. Perciò il principale obiettivo del CCM in questa situazione resta quello di garantire il buon funzionamento dell’ospedale, dove vengono visitate decine di persone alla settimana. “Le cause del ricovero – spiega il capoprogetto CCM Roberto Rossi – sono diarrea, parassiti, difficoltà respiratorie, disidratazione, severo stato di denutrizione, in alcuni casi di donne in fase di allattamento. Altri pazienti sono seguiti esternamente a causa del sovraffollamento dei reparti”.

Molte più persone in stato di bisogno si trovano però nelle aree rurali, non riescono cioè ad arrivare in ospedale. Sono perciò assistite sul campo dagli operatori sanitari del CCM con automezzi attrezzati come cliniche mobili. Il CCM ha intensificato queste visite a favore della parte di popolazione della provincia di Filtu rimasta senz’acqua, provvedendo alla distribuzione di soluzioni reidratanti orali, buste di alimentazione terapeutica e fermenti lattici per i casi di denutrizione, oltre a somministrare la profilassi contro le parassitosi. “In particolare – spiega Roberto Rossi – stiamo seguendo la mappa dei villaggi maggiormente colpiti dalla siccità. Per ora abbiamo individuato quelli di Sora, Waleysa, Warebi, Koolay, Garabgel e Bander, dove i pozzi sono prosciugati. Le coltivazioni sono seccate e la popolazione si sta nutrendo dei semi che aveva sotterrato, compromettendo la possibilità di una futura semina. Da qui la decisione di molti abitanti di questi villaggi, almeno 4.000 persone per ora, di spostarsi in cerca d’acqua”. Se nelle prossime settimane non pioverà abbastanza, le conseguenze potranno essere molto gravi.

 

Un team del CCM, su indicazione di alcuni capi villaggio, ha compiuto anche una missione di esplorazione a Meda Welabu, a 6 ore di macchina da Filtu (circa 200 Km) dove ha incontrato gruppi di persone che hanno raggiunto il fiume Genale. “In questo ed in altri casi si tratta soprattutto di giovani e pastori – racconta il capoprogetto – che si accampano sulle rive dei corsi d’acqua perenni o che non sono in secca, per far abbeverare i loro animali, ma che non hanno la capacità di trasportare acqua ai loro villaggi”.

I bisogni immediati sono dunque farmaci, materiali di equipaggiamento, kit reidratanti e nutrienti. Nel medio periodo, c’è la necessità di taniche per riserve d’acqua, di altre unità mobili che intercettino i migranti per controlli sanitari e trasporti in ospedale dei casi gravi, e di continuare il coordinamento con i dispensari di villaggio. “Il CCM – dichiara la presidente Marilena Bertini – prosegue dunque le attività del progetto sanitario già in corso a Filtu guardando anche oltre all’emergenza, per garantire assistenza sia alla popolazione etiope che ai profughi somali, in particolare a donne e bambini. Con la stessa logica, proseguiamo anche i nostri progetti per il diritto alla salute in Somalia e Kenya, dove i conflitti e la siccità non fanno altro che aggravare una situazione sanitaria già difficile”.

Per donazioni a sostegno dell’intervento CCM: versamenti su cc presso Banca Prossima, IBAN: IT82 O Ø3359 Ø16ØØ 1ØØØØØØØ1735, o cc postale n. 134Ø41Ø8, causale “emergenza siccità Corno d’Africa”.

Il capoprogetto Roberto Rossi in Etiopia e la presidente Marilena Bertini sono a disposizione per interviste.

 

Ufficio Stampa CCM, Filippo Ciardi – filippo.ciardi@ccm-italia.org – +39 328 6789849

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Torino, venerdì 29 luglio – “Sono in arrivo 10.000 rifugiati somali al giorno dal campo di Dollo, al confine con la Somalia, e manca l’acqua anche alla popolazione etiope. Il Comitato Collaborazione Medica vuole garantire a quante più persone possibili l’assistenza nel centro sanitario principale e nei punti di salute delle aree remote, in collaborazione con UNHCR, le altre Ong presenti e facendo appello alla generosità di tutti i possibili sostenitori”.

Gli aggiornamenti sul flusso migratorio nella Regione Somala dell’Etiopia

Da alcuni mesi è in atto una siccità devastante in Somalia, sud Etiopia e nord Kenya. Il territorio etiope della Regione Somala è interessato da un costante flusso migratorio sia proveniente dalla Somalia che dai suoi territori interni. Le cause scatenanti dell’esodo sono la scarsità d’acqua e la moria di animali. In questi giorni si parla di circa 10.000 persone che ogni giorno attraversano il confine etiope, provenienti dalle regioni dello Juba e dello Shabele, al centro-sud della Somalia. Non ci sono dati confermabili per stimare il movimento della migrazione interna all’Etiopia.

Nella zona il CCM promuove un progetto sanitario di sostegno all’ospedale di riferimento di Filtu e ai centri di salute periferici, a sostegno della popolazione locale e dei rifugiati somali dei campi di Bokol Mayo e Melka Dida, e si sta attivando per far fronte all’emergenza.

La missione del CCM nel campo di Dollo, al confine tra Etiopia e Somalia

Il capoprogetto CCM a Filtu, Roberto Rossi, ha appena effettuato una missione a Dollo Ado, al confine con la Somalia, punto di arrivo in Etiopia da parte dei profughi somali. “Giunti nei paraggi della cittadina – racconta Roberto Rossi – vengono raggruppati in una “zona di transito” che si trova nella periferia ed è chiamata dagli abitanti locali “Yubo”, un’estesa area dove i rifugiati vivono in condizioni pessime. Gli aiuti che le Nazioni Unite e le Ong riescono ad inviare sono acqua e cibo. Per una questione logistica, di sicurezza e di numero degli sfollati non è possibile misurare l’impatto degli aiuti rispetto al bisogno. Sono in arrivo tende e kit per la sopravvivenza dall’UNHCR. Nel campo di Yubo al momento non ci sono epidemie riscontrate, ma ogni giorno vengono stimati tra i 10 ed i 15 decessi causati prevalentemente da disidratazione e patologie collegate alla malnutrizione. Non è possibile al momento fare nessun tipo di screening o di efficace intervento sanitario nel campo”.

Da Yubo i profughi in condizioni più gravi vengono smistati dal governo etiope e dall’UNHCR, attraverso mezzi di trasporto affittati o requisiti, verso altre zone dove possono essere visitati e ricevere degli aiuti, come la provincia di Filtu, sede del progetto CCM. “Molti stanno arrivando nei campi di Bokol Mayo e Melka Dida – precisa Roberto Rossi – e nella zona è in allestimento un terzo campo, ma ci vorrà ancora qualche mese perché sia operativo. Da qui arrivano all’ospedale di Filtu.

Il ruolo del CCM e la mancanza d’acqua nella Regione Somala dell’Etiopia

Gli operatori del CCM garantiscono l’assistenza sanitaria ai profughi che arrivano a Filtu, ma anche visite alle persone in stato di bisogno nelle aree rurali e lontane. “Le andiamo a cercare e le indirizziamo verso l’ospedale – spiega Roberto Rossi – oppure forniamo loro acqua e farmaci e assistenza sanitaria sul posto. Con il supporto di Unicef somministriamo i vaccini e con le istituzioni della regione Somala dell’Etiopia potenziamo i punti di salute di queste aree remote, con equipaggiamento sanitario e logistico”.

Ma i problemi si sono aggravati anche per la popolazione locale. La siccità ha colpito anche la provincia di Filtu, dove sono a tutt’oggi presenti migranti interni etiopi provenienti dai villaggi di della regione e altri provenienti dal nord del Kenya che attraversano il fiume in secca (Dvarewa) in cerca di acqua. Sono in pastori nomadi, quindi conoscono il territorio a prescindere dai confini politici e sanno dove cercare l’acqua.

“La popolazione di Filtu – racconta Roberto Rossi – ha visto dunque la sua scorta d’acqua ridursi notevolmente, e anche le pozze per gli animali sono state recintate per essere regolate nell’afflusso. In questi giorni anche nel compound CCM non c’è acqua perché il sistema che la trasporta dal fiume Pond non è funzionante”.

E’ in atto un intervento di coordinamento guidato dalla provincia di Filtu con le Ong presenti per ottimizzare le azioni di intervento. “Il CCM – precisa il capoprogetto – intende rafforzare il suo intervento presso l’ospedale i centri di salute della zona per far fronte all’emergenza. Per cercare di curare quante più persone in stato di necessità, abbiamo bisogno del contributo straordinario di sostenitori istituzionali e privati”.

Gli incontri con i profughi somali in cammino verso Filtu

Durante la missione di sopralluogo di giovedì 28 luglio, sulla strada da Filtu a Dollo, Roberto Rossi ha incontrato vari sfollati che si dirigono verso Filtu e il suo ospedale, dove nei prossimi giorni ci sarà un gran bel da fare. “Ci siamo inoltrati – racconta il capoprogetto CCM – in una pista punto di passaggio di migrazione interna. Ci siamo fermati in un villaggio dove un capo anziano ci ha detto che una famiglia era arrivata da poco, ma che i famigliari erano probabilmente morti e da qualche giorno si vedeva solo una donna girovagare. L’abbiamo cercata e abbiamo visto una capanna improvvisata tra i cespugli, ma la donna alla vista dell’auto è scappata. Abbiamo poi incontrato un pastore proveniente dal villaggio di Sora. Ci ha riferito che là non c’è acqua e che si stava spostando con il suo gruppo verso Filtu, dove ci ha detto che puntano tutti i gruppi di migranti che ha incontrato. Abbiamo poi raggiunto un punto dove c’erano alcune capanne e lì abbiamo trovato un gruppo di donne e bambini in attesa degli uomini che erano andati a cercare acqua. Abbiamo parlato con loro a lungo e abbiamo saputo da una madre con il suo bambino che arrivavano dal confine con la Somalia e da una settimana si erano aggregati al gruppo. Le condizioni di tutti erano comunque buone, fortunatamente. Una buona notizia: ieri all’ospedale di Filtu è nato un bambino da una donna somala rifugiata”.

L’appello del CCM a contribuire all’assistenza sanitaria nel Corno d’Africa

Il CCM fa appello alla generosità degli Italiani, che possono sostenere l’attività del CCM attraverso una donazione con causale “emergenza siccità Corno d’Africa” su c\c presso Banca Prossima, IBAN: IT82 O Ø3359 Ø16ØØ 1ØØØØØØØ1735, o su c\c postale n. 134Ø41Ø8.

Torino, 20 luglio 2011 – Il CCM – Comitato Collaborazione Medica – ONG internazionale torinese e presente da più di quarant’anni nel Corno d’Africa con progetti di salute – sta rispondendo ai bisogni della popolazione colpita dalla siccità e dalla fame in Nord Kenya, Etiopia meridionale e Somalia, fornendo supporto alle strutture sanitarie locali per prevenire la diffusione di malattie e garantire le cure adeguate, in particolare a donne e bambini malnutriti.

 

L’afflusso di pazienti verso gli ospedali e ambulatori locali si è intensificato in questi ultimi tre mesi, anche per l’aumento dei rifugiati e degli sfollati a causa delle violenze e del contesto politico della Somalia. In Etiopia, l’ospedale di Filtu, in cui il CCM sostiene i servizi di emergenza, sta rispondendo ai bisogni della popolazione locale e dei campi rifugiati presenti nell’area, che attualmente ospitano più di 33.000 persone. L’apertura di un terzo campo rende evidente il dramma di questa situazione e la necessità di continuare ad intervenire. “Negli ultimi 15 giorni – racconta Roberto Rossi, capoprogetto CCM a Filtu – sono arrivati nei campi della zona numerosi profughi da Dollo, al confine con la Somalia. Sono stati assistiti con cure mediche, con la distribuzione di presidi sanitari e di cibo, ed alcuni sono stati trasferiti per accertamenti in ospedale”.

Il CCM vuole rispondere ai bisogni locali potenziando il sostegno alle attività sanitarie con interventi contro la malnutrizione, per l’approvvigionamento idrico e la sicurezza alimentare, in collaborazione con altre organizzazioni presenti sul territorio e le autorità locali.

“Tutti gli anni, ciclicamente – sostiene Marilena Bertini, presidente CCM – si registrano situazioni drammatiche per la salute e la sopravvivenza delle persone legate ai conflitti in atto, alla povertà e alle condizioni climatiche che stanno peggiorando. I bisogni d’intervento sono strutturali e richiedono azioni di lungo periodo. Da sempre il CCM è a fianco di queste popolazioni e anche in questo momento particolarmente drammatico vogliamo farci portavoce dell’ingiustizia che vivono. Chiediamo l’impegno di tutti, cittadini e istituzioni, per far fronte ai loro bisogni immediati e a sostegno di politiche e progetti che permuovano lo sviluppo di quest’area”.

Tutto possono sostenere l’attività del CCM attraverso una donazione con Causale “emergenza siccità Corno d’Africa” su c\c presso Banca Prossima, IBAN: IT82 O Ø3359 Ø16ØØ 1ØØØØØØØ1735, o su c\c postale n. 134Ø41Ø8.

Per ulteriori informazioni si può chiamare lo 011.6602793.

 

Coordinamento

Solidarietà e Cooperazione CIPSI è un coordinamento nazionale, nato nel 1985, che associa organizzazioni non governative di sviluppo (ONGs) ed associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale. Solidarietà e Cooperazione CIPSI è nato con la finalità di coordinare e promuovere, in totale indipendenza da qualsiasi schieramento politico e confessionale, Campagne nazionali di sensibilizzazione, iniziative di solidarietà e progetti basati su un approccio di partenariato. opera come strumento di coordinamento politico culturale e progettuale, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della solidarietà.